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Intervista di Jon Ableson

In questa stessa settimana di dieci anni fa, la band pop/rock Canadese dei Simple Plan faceva uscire il loro disco di debutto, "No Pads, No Helmets... Just Balls", un disco che ha lastricato la strada per il successo mondiale della band. 

Il disco ha raggiunto lo status di doppio disco di platino nella loro terra natia del Canada, negli Stati Uniti e in Giappone, di platino in Australia e Oro nel Regno Unito e ancora oggi, viene considerato uno dei più fondamentali dischi pop-punk dell'ultima decade. 

Detto questo, After the Press ha avuto una chiacchierata con il batterista Chuck Comeau, per guardare con il senno di poi dall'inizio della carriera della band, per la nostra nuova rubrica, "Ten Years On". 

ATP: Sono passati dieci anni dall'uscita di "No Pads, No Helmets... Just Balls". Così viene in mente quando ci ripensi con il senno di poi? 
Chuck: Prima di tutto è incredibile che siano passati dieci anni; [il tempo] vola via sul serio. Sono solo grato che siamo ancora qui, siamo ancora rilevanti e abbiamo quattro album all'attivo. Molte band non arrivano a farne più di due e sono importanti soltanto per un minuto. In un certo senso, non direi che stiamo dimostrando alla gente che si sbagliavano, ma mi ricordo nel 2002-2003 le persone che dicevano, "Saranno spariti per la prossima settimana!" e "Sono da un colpo e basta!" e che non saremmo mai durati. 

Penso che ti senti veramente orgoglioso e soddisfatto nell'essere ancora in giro. Abbiamo hardcore fans che ancora ci seguono. Credo che la cosa migliore per noi, è che è ancora la stessa formazione; sono ancora gli stessi cinque ragazzi. Credo che come band, siamo ancora insieme e ci divertiamo ancora. Penso che più che mai, appreziamo cosa abbiamo e quanto fortunati e privilegiati siamo perché la maggior parte delle persone non sono nella stessa posizione. E perciò cerchiamo di non mandare tutto a puttane e di non perdere ciò che abbiamo. 
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ATP: Se potessi tornare in dietro e cambiare qualcosa dell'album, cosa avresti fatto diversamente e perché?

Chuck: E' un po' tipo, ogni cosa avviene per un motivo. E' come quando fai una foto al liceo e la rivedi e dici, "Che diavolo avevo addosso? Cos'è quel taglio di capelli?" Ci possono essere alcune piccole cose che avrei potuto fare diversamente come la produzione del CD che vorrei fosse stata più simile a quella del secondo. Non è venuto fuori abbastanza forte e rock come volevamo, ma era la nostra prima volta nello studio, non avevamo alcun tipo di conoscenza o espresso ciò che volevamo. 

Credo che il sound è qualcosa che mi piacerebbe rifare ma tutto sommato delle canzoni sono veramente felice. Credo che superi la prova del tempo quando suoniamo quelle canzoni, è incredibile quante persone le amino ancora, come "I'd Do Anything," tutti impazziscono ancora. Abbiamo suonato al Warped Tour l'anno scorso e quella era la canzone dove tutti sono impazziti. "Perfect" è probabilmente una delle canzoni più importanti che abbiamo mai scritto. E' quella canzone che suoniamo ovunque, non importa in che nazione siamo ed è quella che suoniamo sempre per ultima. E' quasi la nostra "Bro Hym" dei Pennywise, è tradizione suonarla sempre per ultima e tutti quanti cantano ogni parola; Pierre non ha neanche bisogno di cantarla. Per me, quello è sempre Il Momento, quando c'è solo Pierre che suona la chitarra, non vado nel backstage, resto seduto alla batteria e guardo la folla, per vedere la reazione delle persone che cantano le parole. E' sempre stato uno dei miei momenti preferiti. 

E' divertente. Il tuo primo disco ti definisce decisamente. Eravamo giovani e abbiamo scritto di ciò che conoscevamo ma a volte, non direi che ti volti e non ti raccapricci ma con "I'm Just a Kid" ci guardiamo indietro e la suoniamo. Credo ci fosse un momento quando avevamo 25-26 anni in cui non volevamo più suonare quella canzone ma adesso fanculo, è parte di chi siamo e le persone amano quella canzone. E' quasi come se stessimo accettando il nostro primo album, non nascondendoci da esso come alcune bands fanno. Questa è la storia della band e adesso è come se la stessimo accettando più che mai.

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ATP: Rimpiangi aver firmato con una major label fin dall'inizio? 

Chuck: Niente affatto. Di nuovo, ha definito la nostra carriera. Non credo che avremmo avuto il privilegio di suonare in giro per il mondo così come facciamo e diventare una band globale che può essere importante in Australia, Sud-Est Asiatico, America del Sud, Canada e Stati Uniti. Credo che siamo stati fortunati che il CD sia uscito nel 2002 perché siamo stati una delle ultime bands che hanno avuto la possibilità di giovare del "vecchio sistema" dove potevi vendere dischi e andare in radio come una band rock che, se consideri il momento attuale, è veramente difficile negli Stati Uniti. Direi che allora i fans erano più fedeli perciò credo che il fatto che siamo riusciti a coinvolgerli così presto sia il motivo per cui tornano ancora dieci anni dopo. Questi fans che erano lì dal 2001-2002, li incontriamo oggi e ci dicono di averci incontrati quando abbiamo aperto per gli Sugar Ray durante il primo Warped Tour. 

Eravamo quel tipo di band che suonava nel proprio seminterrato e il nostro obbiettivo fin dall'inizio era di essere ascoltati; firmare per Lava/Atlantic ci ha dato la possibilità di essere ascoltati. Credo che abbiamo firmato per un'etichetta che davvero credeva in noi. Non erano come le persone malvagie del A&R che non credevano in noi e a cui non importava affatto delle nostre canzoni. Non ci hanno mai detto di vestirci in maniera diversa o di scrivere una canzone diversamente. Semplicemente amavano ciò che facevamo e non c'era mai alcuna pressione. Credo che quello veniva anche da noi perché Pierre ed io suoniamo in bands da quando avevamo 13 anni. Avevamo due CD all'attivo, eravamo andati in tour con bands come i MxPx e i Lagwagon, perciò credo che avessimo una buona idea di chi fossimo e come volessimo essere come band. Non credo che avvertissimo la stessa pressione che alcune bands hanno sentito quando erano con una major. E' come se noi facessimo le nostre cose e avessimo delle persone che ci aiutavano ad essere ascoltati. 

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ATP: "I'm Just A Kid" è stato il primo single che i Simple Plan hanno fatto uscire. Cosa significa quella canzone per voi adesso. 

Chuck: E' divertente, quando scrivi una canzone, non è esattamente scienza, ma mi ricordo di quando ho scritto quella canzone nel soggiorno dei miei genitori con Pierre e Seb. Stavamo lavorando alla prima parte della canzone e quando avevamo i ritornelli, eravamo tipo, "Cavolo, questo è qualcosa di speciale, è qualcosa a cui le persone potranno connettersi per sempre." Incidemmo un demo della canzone nel nostro seminterrato, prima di avere un contratto, molto prima che il primo CD fosse in corso d'opera o altro. Sentivamo di dover incidere quella canzone, è la canzone che ci ha dato una mano ad avere un contratto; a fare il nostro primo album e tutto il resto. 

Ci credevamo per davvero, era una canzone speciale. Non abbiamo mai avuto alcun dubbio che sarebbe stata la prima canzone ad uscire. E' divertente, non è esplosa nel mondo in cui noi ci aspettavamo esplodesse, negli Stati Uniti non ha fatto niente, ma in Canada e Giappone fu la nostra canzone più famosa, fu la nostra introduzione per loro. Mi ricordo della prima volta in cui abbiamo viaggiato. Il nostro primo tour da soliti fu in Giappone, arrivammo e la band [lì] era enorme. Suonavamo shows che erano sold-out 2-3 notti a Toky, avevamo persone che aspettavano all'aereoporto, all'hotel. Fu il primo assaggio dell'aver una canzone di successo e una band di cui alla gente importava. Era tutto per quella canzone. Guardo indietro a quella canzone e a come ci ha aperto molte porte. Credo che a ripensarci adesso che sono più vecchio riesco a capire perché era facile per le persone catalogare la band come troppo giovane e troppo poppeggiante. Sai cosa, quello è il corso della nostra storia, al tempo ci crecevamo al 100%, era qualcosa di speciale e ci fece avere tonnellate di fans. Adesso è divertente, è tipo una preferita in posti dove non fu nemmeno una grande hit. E' un po' come una canzone cult come quando i Blink suonano "Carousel". E' interessante. 

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ATP: Quando è stata l'ultima volta in cui hai ascoltato il CD per intero? 

Chuck: E' buffo, l'ho fatto di recente. Stiamo lavorando ad alcuni progetti e con il decimo anniversario del CD, stiamo cercando di mettere assieme diverse idee. Stavamo provando per il tour e volevamo metterci alcune canzoni vecchie. L'ho ascoltato tutto ed è buffo che ci siano alcune cose di cui ti dimentichi tipo una canzone, "Quel pezzo era una parte forte!" Il nostro obbiettivo all'epoca era di creare il disco pop-punk fondamentale, ma hai comunque una canzone tipo "Meet You There" che è qualcosa di più profondo e serio. Hai "Perfect" e poi hai "One Day" che ha un feeling completamente diverso, una canzone tipo Sugar Ray/Smash Mouth. Quella è una cosa che è risaltata perché il CD è parecchio veloce in comparazione con il nostro terzo disco. 

Sono molto orgoglioso del CD e che persone ancora ci trovano qualcosa di fico che gli piace. Credo che l'obbiettivo sia di fare uno show speciale dove suoniamo tutto il primo album. E' decisamente una mia idea che credo dovremmo fare, e sono abbastanza certo che accadrà. Sento che per noi l'obbiettivo sia che ogni album sia solido dall'inizio alla fine, non solo tre o quattro buone canzoni e qualche tappa buchi. Con questo CD, abbiamo passato un anno e mezzo in studio a fare demos, a buttare canzoni e cominciare di nuovo ma ci siamo veramente impegnati sapendo che tutte le canzoni potevamo essere la preferita di qualcuno. E' buffo, quando chiediamo a qualcuno che canzone vogliono sentire, ci sono sempre 11 risposte diverse. Sono convinto che quando hai quel tipo di risposta dalle persone, con ogni album, sai che la tua missione è stata portata a termine. 

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ATP: Qual'è il tuo album preferito dei Simple Plan e perché?

Chuck: E' un pareggio tra "Still Not Getting Any..." e "Get Your Heart On!" Credo che con "Still Not Getting Any..." ci siamo alcune canzoni che sono davvero belle; mi piace ancora suonare "Jump". Apriamo sempre con "Shut Up" perché è davvero forte e abbiamo fatto il CD con il produttore Bob Rock (Aerosmith, Metallica, Motley Crue). E' davvero potente, grande e roccheggiante che è ciò che volevamo. 

Credo che dopo il successo del primo album, c'è la pressione di realizzare qualcosa di grandioso che ci faccia andare avanti e diventare più famosi. Credo che il motivo per cui mi piace così tanto è perché ho così tanti meravigliosi ricordi dell'andare in tour con il secondo album. Abbiamo fatto così tante cose grandiose, abbiamo suonato alla Playboy Mansion, ai Kids Choise Awards, cominciavamo a fare tournè dall'altra parte dell'Oceano, abbiamo fatto un grande tour per le arene in Australia e abbiamo davvero visto il Cd diventare grande; è stato 4-5 volte Platino in Canada! E' stato quando tutto si stava muovendo per la band e abbiamo fatto tutti questi cool shows in Tv come Leno. E' stato quasi come se il primo album ci avesse dato MTV ed un primo assaggio della radio e del successo, e il secondo album ci ha mostrato che sarebbe andata avanti per un po' e che non sarebbe svanito tutto. Quella è stata la più grande sfida per noi; il non perdere tutto, non avere una carriera. Credo che una volta che siamo riusciti a superare quella sfida è stato meraviglioso avere quel livello di confidenza e di felicità nella band. Musicalmente, amo ogni canzone. E' potente, è orecchiabile, sincero e diverso. Il nostro nuovo album, a volte vorrei fosse il nostro primo e fossimo una band nuova di zecca perché dopo essere stati in giro per dieci anni, a volte ti senti come se non avessi la stessa chance e lo stesso buzz che se tu fossi una nuova band. Mi sento come se fossimo usciti con questo CD o ci fossimo chiamati in qualche altro modo, la gente sarebbe tipo, "Chi cazzo sono questi?" ma ne sono semplicemente davvero orgoglioso. Ci siamo davvero impegnati e abbiamo scritto 70 canzoni. E' buffo, un ragazzo di una band mi ha detto, "Mi sento come se ogni canzone potesse essere il primo singolo per qualche altra band." e quello è stato davvero un bel complimento per noi. Amo che stiamo suonando le canzoni dal vivo. Quando c'è una band che suona nuove canzoni live, a volte alle persone non importa e vogliono solo sentire la roba vecchia, ma sento che l'eccitazione è la stessa quando suoniamo una nuova canzone di quando suoniamo una canzone dal terzo Cd. Siamo in grado di assicurarci che ogni album sia diverso. 

Credo che la differenza stia nel modo in cui ci avviciniamo alle cose; come se ogni album sia il nostro primo o l'ultimo in un certo senso. A causa della percezione che le persone hanno dei Simple Plan, alcune persone sono sorprese che siamo ancora in giro dopo dieci anni, ma ci sentiamo come se avessimo una scheggia nelle nostre spalle e che dobbiamo dimostrare qualcosa alle persone e che siamo degli sfigati e come se non avessimo mai avuto qualcosa per davvero. E' come se ogni Cd che scriviamo sia per salvarci la vita, anche perché abbiamo una tale legione di fans che l'ultima cosa che vogliamo è deluderli. So che sembra una risposta fatta per un'intervista, ma come sai, parliamo e ci connettiamo davvero con i nostri fans. Quando ci dicono che hanno bisogno di una nuova canzone, o di un Cd perché le cose sono dure nella loro vita o qualcosa che li faccia sorridere, la prendiamo sul serio e non vogliamo fare qualcosa che non sia grandiosa. Ci siamo davvero presi a calci in culo con questa canzone. Ci sono abbastanza canzoni per fare un secondo Cd! Le canzoni che non ce l'hanno fatta erano quasi altrettanto buone, ed è stata una decisione difficile. 

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ATP: Se non fossi nei Simple Plan cosa staresti facendo e perché?

Chuck: E' un'ottima domanda. Non so come rispondere. Credo che l'essere nella musica e in una band da quando avevo 13 anni è una parte della mia vita così importante che non mi sono mai davvero immaginato di fare nient'altro, ma vorrei essere nella musica comunque in qualche modo. Adoro l'aspetto business della musica e il managing, perciò magari sarei l'agente di un manager o parte di un'etichetta discografica in qualche maniera. Alla fin fine, ho lasciato la scuola di giurisprudenza per far parte di una band, perciò magari un avvocato, chi lo sa?

Se avessi il sogno di essere qualcuno, sarei un manager sportivo. Tipo rapprentare gli attleti, amerei fare quello. Adorerei essere un attleta professionista ma quello non succederebbe mai! Se potessi essere qualsiasi cosa, sarebbe un giocatore di hockey professionista. Gioco ancora ed ho molti amici nella lega hockey e sembra tutto così fico. E' buffo perché loro vogliono tutti essere in una band, e quelli di una band vogliono fare quello che fanno loro, l'erba è sempre più verde. Credo che considerando tutto, sono felice con cosa ho avuto. E' davvero fottutamente fantastico.

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ATP: Quando avete cominciato con i Simple Plan, c'era un obbiettivo che volevate realizzare e pensate di averlo realizzato?  

Chuck: Credo avessimo parecchi obbiettivi. Sono sempre stato parecchio ambizioso con la band. Quando formammo la nostra prima band, i Reset, cominciammo a ricevere lettere dagli Stati Uniti e dal Canada, dalla Svizzera e dal Giappone, molto prima di Internet e tutto il resto. Dovevamo suonare per quelle persone, c'era il potenziale di viaggiare e per me è rimasta impressa la voglia di suonare sempre in una nuova nazione. Quando andavamo nel Sud-Est Asia, dicevo, "Non abbiamo ancora suonato in Vietnam/Ungheria/Turchia/Ucraina!" Voglio sempre che la nostra band viaggi e arrivi in nuovi posti. 

Credo che quando mi guardo indietro a ciò che volevo ottenere con la band, siamo stati in più di 55 nazioni credo, e per me, il fascino mondiale è stato raggiunto. L'ultima cosa che volevo era essere famosi solo in Canada o soltanto in un posto. E' così finto, puoi viaggiare per tutto il mondo e ci sono persone che amano la tua musica e c'è sempre qualcuno nel mondo, giorno o notte, che ascolta la tua musica nelle loro camerette o seminterrato o sulla strada per la scuola o lavoro o mentre sta attraversando un brutto periodo. Lo leggo sempre per lettera, Twitter, quando incontriamo i fans agli shows e ci sono fans ovunque per il mondo a cui piacciono le nostre canzoni. Questo è ciò che volevo ottenere come band. 

Credo ci siano delle pietre miliari che siamo riusciti a fare che sono state grandiose, come suonare nell'arena della nostra città che era qualcosa di magnifico per noi. Mentre cresci guardi le tue bands preferite come Guns N Roses, Pearl Jam e hanno fatto delle cose e le abbiamo fatte anche noi e in un certo senso ne abbiamo seguito le orme. Abbiamo cancellato parecchie cose dalla nostra lista ma c'è ancora molto che ho sognato ma non abbiamo ancora fatto come la copertina di Rolling Stone. Ce l'avremmo, forse? Forse no. Credo che quello sia ciò che da fuoco alla tua ambizione e la tua volontà. Se non hai più nulla da raggiungere, magari è allora che diventi un po' compiacente e non lavori duramente abbastanza. E' grandioso avere nuovi obbiettivi e nuovi sogni perciò credo che ci sia ancora parecchio che vogliamo fare. 

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ATP: Avete qualche piano per commemorare l'uscita di "No Pads"? 
Chuck: Ci sono molti progetti al momento. Uno è di fare alcuni shows speciali dove suoneremo tutto il nostro primo album. E' un po' difficile, non vuoi annunciare troppo presto perché vuoi sorprendere alcune persone o magari potremmo farlo? Sorprendere le persone e suonare l'intero primo CD. Credo che il 2012 sarà l'anno per celebrare. Stiamo lavorando ad un photo-album, tipo una storia della band, più di 250 pagine. Abbiamo fatto foto sin dal primo giorno, abbiamo più di 30,000 foto ed è pazzesco quante cose abbiamo dal backstage, dal vivo sul bus, e credo che vogliamo mettere qualcosa insieme per commemorare la storia della band. E' un mio progetto a cui ho pensato parecchio e adesso è in azione. 

Una cosa che voglio fare è realizzare più musica e fare un nuovo DVD. Abbiamo fans che hanno amato "A Big Package for You" e vogliamo averne un altro per il 2012. Non credo sarà mai un cult come il primo perché eravamo così giovani, avevamo 21-22 anni ed era tutto così pazzesco che stavamo sempre a scherzare. Magari non abbiamo lo stesso livello di divertimento tutto il tempo, ma voglio decisamente fare qualcosa per commemorare il decimo anniversario con nuova musica ed un nuovo DVD. Sarà davvero un grande anno per noi, non solo tour. Sarà il nostro grande anno e abbiamo molto in arrivo. 

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ATP: Cosa ha tenuto i Simple Plan forti per 12 anni?
Sébastien: Onestamente, abbiamo tutti la stessa visuale della band e amiamo cosa facciamo. 

Chuck: I fans hanno fatto una grande differenza. Ovviamente per una band c'è qualcosa di motivante nel fare qualcosa e avere la gente che reaggisce. E' una grandissima gioia, e siamo stati fortunati abbastanza da avere tanto supporto nel corso degli anni, persone che tornano ancora a vederci e ci sono sempre nuovi fans che vengono da noi ed è parecchio fico. 

Credo sia anche la nostra amicizia. E' difficile voler essere con qualcuno 300 giorni l'anno, tipo 24/7. E' dura, perciò credo che andare così daccordo faccia la differenza. 

Siamo ancora appassionati; ci importa ancora. Credo che il momento in cui smette di importarti è quando cominci a fare schifo come band. Credo che venga dalla nostra etica lavorativa e il mondo in cui siamo stati cresciuti, ma non facciamo uscire un Cd a meno che non ci piaccia, non saliamo sul palco se non crediamo di star suonando bene. Ci assicuriamo che ogni show sia grande. Non credo sia nel nostro DNA di imbrogliare, tipo salire sul palco e suonare a casaccio. Mi sento ancora come se stessimo andando a dare tutto ciò che abbiamo, è nella nostra vita. Se qualcuno paga 20-40$ per un biglietto, metteremo su un grande show e gli daremo tutto ciò che abbiamo da offrire quella notte. 

Credo che i ragazzi lo possano vedere e lo possano apprezzare. Non ho mai avuto nessuno che mi dicesse non ci importava o non abbiamo fatto del nostro meglio quella notte. 

Sébastien: Trovo veramente difficile non salire sul palco e non essere interessato. Appena sei lì vedi i ragazzi nella folla e dici, "Vabene! E' fantastico!"

Chuck: E' quasi un riflesso e il motivo per cui lo sto facendo. 

Sébastien: Non importa che brutta giornata tu stia avendo. La parte migliore è scalciare e andare fuori sul palco. 




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